Sull'accrescimento nelle successioni legittime: una possibile lettura dell'art. 522 codice civile

The Tribunal of Rome, in a case of legitimate intestate succession, has denied the application of accretion, even in a lay sense, in favour of one of the heirs, due to the fact that the right of others to accept the inheritance has been prescribed, so adopting a restrictive interpretation of article 522 Italian Civil Code. The issue of accretion in legitimate succession is a very controversial one which sees, on the one hand, an interpretation which denies that the phenomenon described in Art. 522 Civil Code may be considered genuine accretion as applied in the case of testate succession. On the other hand, the contrary opinion admits it. It would be preferable to assume that Art. 522 Civil Code identifies an independent ruling, different both from accretion as described in Art. 674 and fol- lowing Civil Code, and from mere devolution according to the norms of legitimate intestate succession. In particular, the provision has a precise meaning, in- sofar as it is termed a differentiated discipline for the sole case of waiver by some of the heirs. The author of this paper is in disagreement with the Tribunal of Rome insofar as it states that the remaining vacant quota would be acquired by the State, both because the requirements of art. 586 Civil Code are lacking and, above all, because this would mean undermining the principle of the unique character of bequeathal.

Il Tribunale di Roma, in un caso di successione legittima, ha negato l’operatività dell’accrescimento, seppure inteso in senso atecnico, in favore di uno dei chiamati, per essersi prescritto il diritto degli altri di accettare l’eredità, adottando cosí un’interpretazione restrittiva dell’art. 522 c.c. Quella dell’accrescimento nelle successioni legittime è una questione assai controversa, che vede confrontarsi un orientamento che nega che il fenomeno descritto dall’art. 522 c.c. possa ricondursi all’accrescimento vero e proprio, come previsto per le successioni testamentarie, ed un diverso orientamento che, invece, lo ammette. Si preferisce ritenere che l’art. 522 c.c. individui una fattispecie autonoma, che si differenzia sia dall’accrescimento di cui agli artt. 674 ss. c.c., sia dalla mera devoluzione secondo le norme della successione legittima. In particolare, la disposizione trova la sua stessa ragion d’essere in quanto detta, per il solo caso di rinunzia all’eredità da parte di alcuni chiamati, una disciplina differenziata. Non si condivide, invece, quanto sostenuto dal Tribunale di Roma, laddove si asserisce che la quota rimasta vacante sarebbe stata acquistata dallo Stato, sia perché manca lo stesso presupposto dell’art. 586 c.c., sia, soprattutto, perché ciò significherebbe intaccare il principio di unicità della delazione.